1 e 2 febbraio 2003 – ALFIO ANTICO IN CONCERTO CON “SUPRA MARI “. Sabato 1° e domenica 2 febbraio, alle 21, all’auditorim Vallisa doppio appuntamento con il percussionista siciliano.
Alfio Antico è uno dei più grandi percussionisti della scena nazionale, uno dei maggiori interpreti della tammorra, noto al grande pubblico per aver collaborato con artisti del calibro di Eugenio ed Edoardo Bennato, Tullio De Piscopo, Peppe Barra, Fabrizio De Andrè, Lucio Dalla, Angelo Branduardi e l’Orchestra Italiana di Renzo Arbore.
Il percussionista siciliano, si esibirà a Bari all’auditorium Vallisa, sabato 1° e domenica 2 febbraio, nell’ambito della mini rassegna organizzata dal centro interculturale Abusuan, l’associazione Culturale Otium e Princigalli Produzione. Nell’ultimo disco, “Supra mari”, Antico riesce a mescolare due stili così differenti come la Musica Medioevale e l ‘Etnica Tradizionale arricchita da bellissime melodie cantate in lingua siciliana. Alfio Antico ha saputo scavare profondamente nelle radici di quella sua “Madre Terra “, così come nei suoi ricordi d ‘infanzia, in modo da poter essere compreso nel linguaggio trasmesso ai musicisti che, a loro volta, lo hanno reso reale attraverso i loro particolarissimi strumenti. Luigi Polsini (viella, Lyra, saz, ud e chitarra saracena), Sandro Pippa (tamburo, ciaramella, e percussioni) e Amedeo Ronga (contrabbasso), sono i musicisti che lo accompagnano in questi due appuntamenti.
Il talento di Antico, nato a Lentini (Catania), viene scoperto da Eugenio Bennato una sera a Firenze in una esibizione in piazza della Signoria. Da quel momento incide 5 dischi con “Musicanova “, collabora con tantissimi artisti e partecipa anche come musicista – attore agli spettacoli teatrali di Maurizio Scaparro, Jerome Savary e Roberto de Simone. Nel 1995 è ospite d ‘onore del prestigioso Festival Internazionale di Sitges – Barcellona. Nel 1998 ha dato vita a un tour denominato “Tamburi nella notte “, nato dal connubio con altri due artisti di fama internazionale: Roberto Fiorilli e Medì.
Alfio Antico possiede oltre settanta tamburi, tutti autocostruiti, decorati con immagini di divinità agresti, segni antichi che racchiudono saggezza eterna. Nei silenzi e nelle vibranti sonorità insegue così la propria anima, cercando il volto e gli sguardi degli antichissimi abitanti della sua terra. Attraverso il ritmo ed il canto, scolpisce le mille figure del tempo. “Io sono il tamburo “, sussurra in perfetta simbiosi col suo strumento, volendo significare una mistica unità fra la viva pelle della sua mano e quella morta e antica che, fissata ad un setaccio da grano, torna a nuova vita cantandoci storie di amore e poesia.
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